L’aglio, di origini asiatiche, viene coltivato dall’antichità.
Chiamato in sardo a seconda della zona allu, azu, àciu o agliu, viene raccolto in autunno e si conserva per lungo tempo. Si consuma crudo o cotto, fresco o secco, intero, a fettine, tritato, in polvere.
Il caratteristico odore è dovuto sopratutto alla presenza dell’allicina, potente antibiotico. Oltre all’allicina, l’aglio contiene altre sostanze antibatteriche come la garlicina. È ricchissimo di sostanze minerali ed oligominerali, quali magnesio, calcio, fosforo, iodio e ferro; sono presenti tracce di zinco, manganese, selenio, vitamina C (solo nell’aglio fresco), provitamina A, vitamine B1-B2-PP.
Il consumo di aglio dà un generale senso di benessere all’organismo per la sua azione anti batterica quindi antinfettiva. Essendo anche un ottimo stimolante digestivo e diuretico viene anche utilizzato in forma di infuso (dai 5 ai 10 g in un litro di acqua) mentre per un’azione antisettica dai 10-15 g in decotto. Per ovviare almeno in parte al disagio del conseguente “alito pesante” si deve privare l’aglio del piccolo germoglio verde interno. Tipica ricetta sarda consiste in una fetta di pane strofinata con aglio,  un goccio d’olio e una presa di sale.

In Sardegna la coltivazione antichissima viene testimoniata anche dalla presenza di varietà locali, caratterizzate da bulbi piccoli e da un bouquet aromatico molto marcato.